Gloria e il suo B&B a Rodi
“Rodi è un’isola spettacolare dalle tante risorse. All’inizio volevo scappare, andare altrove, poi col tempo ho capito l’importanza di essere qui; imparare ad accettarsi, a stare bene anche da soli”. Un’isola con i suoi pro e i suoi contro, raccontata da Gloria, trasferitasi nel 1998. Una figlia diciassettenne, Nicole, 5 gatti ed una casa trasformata in un B&B, curata e arredata con passione, questa la vita di Gloria sull’isola greca, in un posto in cui “si impara ad essere più che a diventare”.
Gloria, raccontaci qualcosa di te:
Sono romana. Ho conseguito il diploma artistico e da quel momento in poi ho avuto diverse esperienze lavorative: restauro pittorico nello studio di Pavia a via Margutta a Roma, poi restauro e lavorazione dei marmi antichi a Roma nel 1982. Negli anni ho prodotto dei tavoli intarsiati, mi sono occupata della lavorazione di basi in travertino, ho anche lavorato al restauro di una delle fontane di P.zza Navona. Successivamente, negli anni precedenti alla mia partenza per la Grecia, mi sono occupata di moda. Prima come rappresentante e poi come creatrice di accessori moda. Dalla boutique Polidori donna fino alla Boutique di Gattinoni a P.zza di Spagna come responsabile. L’ultimo anno seguii un corso di oreficeria presso lo Studio Turrini a via Frattina a Roma.
Quando la Grecia è entrata a far parte della tua vita?
Nel 1993, quando con il mio compagno di allora, Davide, decidemmo di andare in vacanza a Kastellorizo. Fu decisamente un colpo di fulmine! Ci innamorammo dell’isola, della famiglia di Aleko e Kristallo che ci accolsero come dei figli e di tutte le sue sfaccettature, della natura incontaminata, della semplicità del vivere e iniziammo a sognare, pensando ad un eventuale trasferimento. Prima di prendere una decisione definitiva però, decidemmo di tornarci in inverno, per vedere se avevamo fatto la scelta giusta. Ebbene sì. Ne valeva decisamente la pena. Così, nonostante tutti ci considerassero dei pazzi a lasciare un lavoro in patria e una vita professionale affermata per un posto minuscolo, con 80 abitanti, lontano da tutto e tutti, senza strade e senza negozi, caricammo tutto, compresi i miei due gatti, in un furgone e partimmo.
E poi? Cosa è successo?
Comprammo un rudere e lo ristrutturammo. Molti dei lavori li feci personalmente, recuperando vecchie porte o dei mobili buttati. Poi, solo per la stagione invernale, decidemmo di aprire un bar e un ristorantino taverna. Successivamente, l’occasione di realizzare una pavimentazione a mosaico per una chiesa a Patmos da costruire a Rodi, mi portò a spostarmi. Nel 1998 decisi di trasferirmi stabilmente a Rodi.
Com’è proseguita la tua vita a Rodi?
Ho continuato a svolgere il mio lavoro di marmista, infatti nel 1999 ho esposto le mie sculture ad Epavli. Poi ho lavorato per un orefice, imparando la tecnica della filigrana. Nel 1999 è nata mia figlia e ho trovato dei lavori part time come segretaria al Consolato di Rodi per circa un anno e mezzo, per poi passare nel settore turistico per altri tre anni. Fino ad arrivare al 2006, quando ho comprato la casa dove vivo, grazie a mia madre che mi ha lasciato un’eredità, che ho investito appunto in questo B&B, ristrutturato da me, arredandolo e curandolo con passione.
Come passi il tuo tempo libero?
Essendo una persona creativa, mi piace realizzare lavori con la lana e con la creta. Mi piace anche dipingere, cucire, leggere e viaggiare quando posso, anche facendo piccole gite tra la natura dell’isola di Rodi. Ho una figlia di 17 anni, Nicole e 5 gatti.
Cosa puoi raccontarci di Rodi?
Rodi è un’isola spettacolare dalle tante risorse. All’inizio volevo scappare, andare altrove, poi col tempo ho capito l’importanza di essere qui; imparare ad accettarsi, a stare bene anche da soli. Le relazioni non sono facili e l’isola avrebbe bisogno di maggiore cura delle sue bellezze ambientali e delle memorie urbanistiche e culturali come le strutture italiane abbandonate o lasciate a se stesse. Come il Bagno Turco, che anche se non è una costruzione fatta dagli italiani era uno dei più antichi bagni turchi attivi, fino a poco tempo fa…C’è tanto da fare, anche sulla sensibilizzazione per il rispetto dell’ambiente terrestre e marino e della fauna. I cervi di Rodi sono una specie unica eppure c’è chi continua a cacciarli per farci un trofeo o per venderne le carni pregiate. Oppure cani alla catena sotto il sole nei barili di metallo per abbaiare a capre distratte fino a morire di fame o di sete. E poi persone che mettono il veleno nelle strade per i gatti randagi. O le potature indiscriminate di alberi centenari. O la distruzione di luoghi di cultura come il teatro Puccini da anni ridotto ad un ammasso di calcinacci….e tanto ancora.
Per quel che riguarda la quotidianità cosa ci racconti?
Si vive bene per i ritmi e la possibilità di godere del clima (cambiato anche quello) e di avere tanto sole e mare. Tutto è a misura di uomo, i tempi sono lenti e ci si conosce un po’ tutti, se non personalmente almeno visivamente. Per vivere bene si deve comunque entrare nella mentalità isolana e integrarsi nella cultura rodiota. La crisi ha cambiato radicalmente la vita sull’isola.
Perché? In cosa è cambiata rispetto al passato?
L’isola è un’isola e non solo geograficamente. C’è chiusura verso l’esterno. Oggi lavora bene colui che offre qualità a buon prezzo, sorridendo spesso. La crisi ormai ha colpito tutte o quasi le nazioni, quindi lavorare a Rodi oggi si rivela una scelta di vita e non una economica. Lavorare è vivere e tutto sommato la qualità di vita a Rodi è quasi priva di stress, di file, di burocrazia. Certo la vita costa meno, ma anche gli stipendi non sono così alti come nel resto d’Europa. La “qualità” comunque non rischia mai il fallimento, così i bravi ristoratori, anche italiani, riescono ad avere la clientela anche in questi tempi di crisi. Non c’è più posto per il superfluo, l’inutile o il poco qualitativo.
Quali sono gli angoli di Rodi che ami in particolar modo?
La città vecchia, il sud dell’isola, i boschi di salvia e abeti, il castello di Kritinia, Monolitos, il mare a perdita d’occhio ovunque sull’isola, Kallithea e … il mio giardino.
Quali sono gli aspetti che apprezzi maggiormente del popolo greco e quali invece non riesci ancora a capire?
Gli aspetti che apprezzo sono legati alle loro tradizioni, all’amore per le radici che noi in Italia abbiamo un po’ perso, soprattutto per chi come me viene da una grande città come Roma. Poi i rapporti umani, che seppur a volte sono opprimenti, comunque esistono, le persone ti salutano, ti riconoscono, ci si aiuta nel momento del bisogno e non ci si sente mai soli. Le feste, le tradizioni sono sempre un’occasione per incontrarsi, ballare, ridere e rinsaldare rapporti familiari e di amicizia.
Gli aspetti che mi lasciano perplessa sono legati all’ambiente. La Grecia è bellissima dal punto di vista paesaggistico, della flora e della fauna, ma sembra quasi che ce la mettano tutta, almeno a Rodi, a rovinare ciò che è bello. Ad esempio, tendono a potare gli alberi, anche i sempreverdi, all’inizio della primavera, quando inizia la stagione calda, quindi proprio quando potrebbero essere un riparo naturale contro l’afa. Poi la cementificazione ovunque, abusi edilizi, progetti iniziati e mai finiti, non ultimo la costruzione di una nuova centrale elettrica a petrolio, con relativa cementificazione e costruzione di un porto per attraccare le navi petroliere a Prassonissi, lì dove ci sono resti archeologici del dazio romano (non pensando neanche lontanamente di sfruttare l’energia naturale del sole e del vento), uno dei rari Parchi naturali rimasti.
Per non parlare dello sfruttamento e dell’abuso di animali: cani, gatti, asinelli, mucche e cavalli. Cani abbandonati o tenuti a catena o peggio in barili di metallo a volte senza acqua nè cibo. Per quanto riguarda gli animali, in passato ho ospitato e salvato tanti poveri cani di strada. Fortunatamente tutti sono stati adottati da famiglie amorevoli.
Ormai sono quasi vent’anni che vivi in Grecia. Ti senti parte integrante o ti manca qualcosa della tua vita italiana?
Sinceramente non mi manca l’Italia di oggi, forse nostalgicamente mi mancano le mie di radici, ma sentendomi apolide va bene così. Mi manca la cultura, gli eventi, le cose da fare, i corsi da seguire, i posti belli da visitare, le leccornie, gli amici sparsi in Italia.
Hai una figlia di 15 anni. Cosa vorresti per lei?
La domanda più difficile per me. Già, cosa vorrei?! Vorrei che fosse felice, che trovasse il suo posto nel mondo, ovunque desideri.
Se ti chiedessi un bilancio della tua vita a Rodi, quale sarebbe?
Beh, non saprei. Certo mi reputo fortunata. Vivo in un bel posto, sono libera e ho un lavoro indipendente. Quando mi capita di avere dei momenti di sconforto ripenso a tutte le persone che conosco e che vengono in estate e mi raccontano la loro vita. Allora mi sento una privilegiata e ringrazio la vita e…Rodi! Qui si impara ad essere più che a diventare.
A cura di Nicole Cascione